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Quando e perché un neo si trasforma in melanoma

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Quando e perché un neo si trasforma in melanoma? I nei sono delle neoformazioni piuttosto comuni riscontrabili nella quasi totalità degli individui; si presentano solitamente come delle piccole macchie scure dalla forma regolare, dalle dimensioni contenute, e tendenzialmente, il loro numero  è più o meno costante nel corso della vita. Sono composti da cellule chiamate melanociti che sono in grado di produrre melanina, il principale pigmento cutaneo. Nella maggior parte dei casi non destano alcuna preoccupazione, ma è consigliabile effettuare dei controlli periodici specialmente nel caso in cui i nei presentino una forma irregolare. Il principale campanello d’allarme è rappresentato dal cambiamento improvviso della forma, del colore e delle dimensioni di un neo.

 

In quanto tempo un neo diventa melanoma

Occorre precisare che la maggior parte dei melanomi insorgono su cute sana e solamente una percentuale più piccola dai nei. I fattori predisponenti possono essere molteplici e sono principalmente di natura genetica, altri sono riconducibili alla eccessiva esposizione al sole ed alle lampade abbronzanti, dato che i raggi ultravioletti sono in grado di modificare il DNA dei melanociti, creando le condizioni che favoriscono  l’insorgenza del melanoma. Purtroppo, non è possibile prevedere con certezza se e quando un neo degenererà in melanoma, però è possibile tramite dei controlli periodici e la videodermatoscopia computerizzata individuare delle neoformazioni sospette che andranno rimosse o in alcuni casi controllate periodicamente.

melanoma

melanoma acromico

In età avanzata, alcuni nei possono progressivamente diventare più chiari fino a scomparire, ma anche in questo caso, non è possibile prevedere questi cambiamenti, rendendo più importante il ruolo degli esami periodici, dato che il melanoma come altri tumori maligni deve essere individuato in una fase precoce prima che possa diffondersi ad altri distretti corporei.

 

Quando un neo si trasforma in melanoma

Abbiamo accennato ai campanelli d’allarme che potrebbero indicare l’insorgenza del melanoma; ci sono alcune caratteristiche cliniche che possono anche essere valutate sia dal medico che dai pazienti per individuare delle neoformazioni a rischio. In primo luogo la simmetria, se un neo si presenta in maniera asimmetrica, questa rappresenta un’anomalia. Vanno valutati anche i bordi, che in caso di lesioni sospette sono spesso frastagliati, diversamente da situazioni normali dove i contorni sono regolari e netti. Per quanto riguarda il colore, bisogna osservare le variazioni improvvise e in molti casi si tratta di tonalità che possono andare dal marrone al rosso o anche al blu e al bianco, tutte variazioni che devono subito essere individuate per poter procedere ad una valutazione corretta del neo in maniera tempestiva al fine di evitare gravi conseguenze.

sintomi melanoma

Anche le dimensioni dei nei sono importanti per la diagnosi del melanoma, soprattutto quando si verifica una crescita improvvisa; in realtà, anche i nei più piccoli possono trasformarsi in melanomi, ribadendo l’importanza di un controllo approfondito della pelle, quando si notano delle variazioni sospette. Solitamente i melanomi sono asintomatici anche se alcuni pazienti riferiscono una sintomatologia pruriginosa. Un altro aspetto da considerare è il sanguinamento: spesso i pazienti si rivolgono ai dermatologi in seguito a sanguinamenti traumatici dei nei, in realtà deve destare maggiormente preoccupazione una fuoriuscita spontanea di sangue dai nei che potrebbe verificarsi in caso di melanomi nodulari.

La particolare insidiosità del melanoma impone uno screening continuo della pelle, per poter individuare in tempo ogni variazione del numero e della forma dei nei; nei casi più sospetti è possibile procedere con la rimozione chirurgica dei nei per poter diagnosticare con certezza il melanoma e quindi intervenire con rapidità per evitare il coinvolgimento di altri organi. Uno strumento utile è la mappatura dei nei, che consente di individuare lesioni a rischio e monitorare con precisione il numero e la forma dei nei individuando con tempestività la nascita di nuove neoformazioni o la modifica di quelle già esistenti.

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